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Il parto con la mascherina, l'ansia e la solitudine delle mamme prima e dopo le nascite. Melania: "Così è nato Emanuele"

Le esperienze di Melania (neo-mamma), Francesca e Federica che sono invece prossime al parto: difficoltà e paure ricorrenti, dentro e fuori la sala parto

Immagine di repertorio

Alle 5.22 del mattino del 21 marzo, il primo vagito di Emanuele ha rotto il silenzio nella sala parto del Policlinico Riuniti. Dietro la mascherina si è aperto il sorriso di Melania, neomamma stremata ma felice. La 33enne foggiana, alla sua prima gravidanza, mai avrebbe immaginato dare alla luce il suo bambino in piena pandemia.

A FoggiaToday non nasconde le difficoltà vissute: “E’ stata un’esperienza pesante, dal punto di vista morale e psicologico. Tecnicamente l’esperienza del parto è stata positiva (medici e ostetriche hanno fatto il loro lavoro nel migliore dei modi e tutto è andato per il verso giusto) ma a causa delle restrizioni da Coronavirus è venuto meno l’appoggio e il supporto di un familiare”, spiega, “una presenza fondamentale in un periodo delicatissimo come quello del post-parto”.

“Ho partorito con la mascherina, il che ha reso più difficile l’esperienza del parto naturale per la quale l’unica arma è la respirazione. E’ stata durissima, ma sapevo che quel dispositivo di protezione era necessario per proteggere me e i medici e sanitari presenti in sala parto”. Mette in fila i ricordi, e no, proprio non la immaginava così la nascita di suo figlio. Evento al quale si era preparata con scrupolo e dedizione; il Coronavirus però ha fatto saltare ogni piano.

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“Una volta in maternità - racconta - ci si saluta col mondo e si resta isolati. Su questo i medici sono, a giusta ragione, categorici. In caso di necessità - un cambio biancheria, un pigiama pulito - sono gli infermieri o gli oss a fare da tramite con l’esterno”.

L’isolamento e la solitudine, prima e dopo il parto, sono stati quindi gli aspetti più difficili da superare: “Rimanere sole dopo il parto, con il bambino appena nato e tutte le difficoltà del caso (anche banalmente alzarsi dal letto per andare in bagno) non è semplice. E’ mancato il conforto di una persona cara nei momenti di difficoltà: mi sentivo sola, abbandonata, disperata. Il mio unico sollievo era stringere il mio bambino”, confida.

Ma l’isolamento, per Melania e per il suo piccolo Emanuele non è finito: “Dopo le dimissioni dall’ospedale, con mio marito abbiamo deciso di rimanere in isolamento per due settimane. Questo per senso civico e per il bene nostro e dei nostri familiari, avendo frequentato l’ambiente ospedaliero. Si tratta di una nostra scelta, che è stata comunque appoggiata dai medici”, spiega. Nonni e zii dovranno attendere ancora prima di conoscere il neo-arrivato. Per il post parto? “Mi sto affidando alla mia ostetrica, che mi segue telefonicamente ed è disponibile per consigli e consulti”.

Il momento del parto si avvicina anche per la manfredoniana Francesca, anche lei 33enne, ma alla seconda gravidanza. “Partorirò al Policlinico Riuniti, la data presunta del parto è il 22 aprile”, spiega. “È la mia seconda gravidanza e questo mi dà molta serenità: il primo parto è andato benissimo, spero si verifichi la stessa cosa”. La minaccia da Covid-19 fa paura, non lo nasconde, “ma anche il dover fare tutto da sola senza avere il supporto di mio marito o di un familiare. Chissà se riuscirò dopo il parto, in quei giorni di ricovero, a lavarmi, andare in bagno e accudire la bambina senza aiuti”, si chiede facendo faccia a faccia con le paure ricorrenti. “Confido nelle ostetriche e negli oss”, conclude.

Ha invece qualche mese di vantaggio Federica, foggiana di 27 anni, alla seconda gravidanza. A differenza delle altre due mamme, si è trovata a vivere in piena fase pandemia un momento cruciale della gestazione: l’ecografia morfologica. Lei mantiene i nervi saldi: “Non sono allarmata, sia il mio ginecologo che la mia ostetrica mi hanno rassicurata su tutto e sono molto presenti”, spiega. Per la visita specialistica ha scelto di rivolgersi ad un privato. Ma la sua scelta non è dettata dalla pandemia in atto (“in ospedale sono attive tutte le misure di sicurezza necessarie”, puntualizza). La data per l’esame non è stata ancora fissata: “Sono in contato con lo specialista, si naviga a vista perché in questa situazione ogni giorno può cambiare lo scenario. E forse un po’ di ansia inizia a salire”.


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