Cronaca

La responsabilità dei pestaggi che nessuno ha voluto assumersi: da "non è successo niente" a "non ho visto nulla"

Gli interrogatori di alcuni degli indagati tra gli agenti penitenziari ritenuti responsabili delle violenze avvenute l'11 agosto 2023

Dalle carte dell’inchiesta che ha portato all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti di dieci agenti in servizio presso il carcere di via delle Casermette, balza agli occhi il capitolo riservato agli interrogatori degli imputati avvenuti presso l’ufficio del comando provinciale dei carabinieri. 

I primi ad essere ascoltati sui gravi accadimenti dell'11 agosto 2023 avvenuti nella cella numero 5 e in quella riservata alle telefonate, sono stati Folliero, Casiere e Toziano, il 19 settembre. Il 23 dello stesso mese è toccato a D’Errico, Coccia e De Luca. Tra il 30 settembre e il 6 ottobre sono stati sentiti altri indagati, tra cui Santacroce, davanti alla quale il giorno prima del violento pestaggio il detenuto di Bitonto avrebbe compiuto atti di autolesionismo. 

In sintesi, la goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso rispetto a tutta una serie di comportamenti negativi del galeotto evidenziati in un fascicolo dal legale difensore degli indagati. Un affronto, l'ultimo di una lunga serie, che avrebbe spinto i colleghi della vice ispettrice a compiere una spedizione punitiva.

Eppure, secondo quanto riferito da Folliero, non era successo niente: “E’ andato tutto nella normalità”. Ciò nonostante dalle telecamere emergerebbe tutt’altro, vale a dire che l’imputato si trovasse davanti alla cella numero 5 e osservasse quello che stava accadendo, peraltro nel momento in cui si sentivano urla di disperazione: “Oh Dioooo”, grida di suppliche e insulti degli agenti.

Questo, invece, un passaggio della versione fornita da Toziano, una negazione assoluta che tuttavia contrasterebbe con quanto ripreso dalle telecamere: "Non ho visto nulla perché ero nel corridoio. Da quanto ho visto io non è successo niente. Sono rimasto nel corridoio fino a quando i detenuti da spostare sono stati accompagnati nella loro sezione...non ho sentito niente…”. Le immagini dimostrerebbero che l’imputato sia entrato in cella assieme a Coccia e D’Errico, dopo Di Pasqua e Calabrese, e al sopraggiungere di Vitale. Avrebbe quindi assistito a tutti i fatti occorsi da quel momento in poi in danno dei due detenuti,. Toziano era presente anche all’ingresso della stanza del centralino mentre dentro si consumava l'aggressione al compagno di cella del recluso bitontino.

L’affermazione dell’altro imputato, ossia Casiere, di non essere mai entrato in cella e di non aver visto o sentito nulla, contrasterebbe, anche in questo caso, con le immagini riprese dalla videosorveglianza.

Dopo Piccirillo, anche Casiere sarebbe entrato in cella. Una volta uscito, e al ritorno nel corridoio, sarebbe rimasto li davanti occupandosi, insieme a Folliero, di bloccare l’avanzata di un terzo detenuto, allarmato dalle urla di dolore e dal rumore delle botte. Casiere avrebbe anche assistito, senza intervenire, al pestaggio del carcerato tarantino nella stanza del centralino.

Non hanno convinto gli inquirenti nemmeno le dichiarazioni di D’Errico - “...minacciava gesti di autolesionismo e sentivo i colleghi che cercavano di calmarlo” - , meno che mai la ricostruzione fornita da Coccia, il quale ha sostenuto che “il detenuto sentendosi in difetto” (ndr per via della presenza in cella di una presunta bottiglia di grappa), “cercava di divincolarsi e minacciava i sottufficiali entrati nella stanza con lamette atte ad offendere il personale che stava facendo la perquisizione”.

Invece, in merito alle dichiarazioni rese durante l’interrogatorio da Santacroce, nelle pagine dell’inchiesta si legge: “Evidentemente falsa era in ogni caso quella sua affermazione secondo cui ella non sarebbe stata presente ai fatti e che essi si fossero svolti senza che fosse accaduto “nulla oltre l’ordinario”, posto che un fotogramma la ritrarrebbe ferma nel corridoio proprio di fronte alla cella numero 5, intenta ad osservare all’interno Di Pasqua, Calabrese, Coccia, D’Errico, Toziano, Vitale, Piccirillo e Casiere durante il pestaggio tra urla di dolore, imprecazioni, insulti e rumore di percosse.


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