Cronaca

Prima la 'spaccata' con l'auto rubata, poi l'esplosione: così tre persone hanno fatto saltare il bancomat di piazza Giordano

La dinamica del colpo messo a segno da un gruppo di malviventi sfrontati, entrati in azione 6 minuti dopo il passaggio di una ‘Volante’ e a circa 150 metri dalla pattuglia di vigilanza che sorveglia le attività della zona

La filiale di piazza Giordano

Prima la “spaccata” con un’auto rubata a Termoli, poi il posizionamento di un ordigno (o gas acetilene, è ancora da chiarire) all’interno dello sportello bancomat della filiale della Banca Popolare di Milano in piazza Umberto Giordano, a Foggia.

E’ questa la dinamica del furto con esplosivo, consumato o tentato, messo a segno all’alba di oggi a Foggia ad opera di un gruppo di malviventi sfrontati, pronti ad entrare in azione appena 6 minuti dopo il passaggio di una ‘Volante’ impegnata nel controllo del territorio cittadino e a circa 150 metri dalla pattuglia della vigilanza incaricata di sorvegliare le attività commerciali dell’isola pedonale.

VIDEO | Le immagini subito dopo l'esplosione 

Il presidio situato in centro, però, non ha dissuaso i rapinatori - almeno tre persone incappucciate, come si evince dalle immagini delle telecamere - che con una Fiat Panda hanno buttato giù la porta a vetro situata nella stradina laterale alla filiale, e si sono introdotti nei locali dell’istituto di credito. All’interno della banca hanno posizionato l’esplosivo, la cui onda d’urto - non avendo sfoghi verso l’esterno - ha provocato danni ingenti alla struttura.

Da questa mattina, sono in corso indagini, sopralluoghi e rendicontazioni per verificare l'ammontare del furto. Recuperati tra le macerie i cassetti dello sportello automatico e alcune banconote bruciacchiate. Allo stato, la somma asportata si attesterebbe sui 6mila euro circa, tutti in banconote da 10 euro; una somma nettamente inferiore al bottino potenziale della cassa del bancomat interno (con annessa cassa continua) stimato sugli 80mila euro circa. Sull'accaduto indaga la polizia.


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