Cronaca

"Manfredonia rialzati". L'antimafia sociale scuote le coscienze dopo gli arresti: “No alla rassegnazione"

Solo 4 mesi fa, in 5mila avevano partecipato alla manifestazione di Libera 'LiberiAmo Manfredonia'

“Non dobbiamo cedere alla rassegnazione ma dobbiamo, ora più che mai, chiedere con forza che ciascuno faccia la propria parte, a partire dalla politica che – anche e soprattutto in vista delle prossime elezioni - deve avere a cuore questa città immaginando e realizzando, insieme ai cittadini, una proposta sociale e culturale che metta al centro i veri bisogni delle persone e non gli interessi personali”.

È l’appello del coordinamento provinciale di ‘Libera - Associazioni, Nomi e Numeri contro le Mafie’ dopo l’operazione ‘Giù le mani’, coordinata dalla Procura di Foggia e condotta dalla Guardia di Finanzia, che ha portato a sette arresti con accuse a vario titolo di estorsione, concussione, corruzione, peculato, falso, lesioni personali, minacce e violenza privata.

“L’'intreccio tra mafia e politica che emerge da questa operazione è un chiaro ed ennesimo segnale di allarme che non possiamo non cogliere”, afferma la referente provinciale di Libera Foggia e coreferente regionale Federica Bianchi.

Il coordinamento esprime il suo plauso alla magistratura e alle forze dell’ordine. Gli arresti, evidenziano, “sono l'esito di problematiche sociali e condotte criminali che più volte come Libera abbiamo cercato di portare all'attenzione dell'opinione pubblica, mettendo sempre in evidenza in questi anni i segnali che avvertiamo dal basso: la normalizzazione delle mafie, la mancanza di percezione della gravità del fenomeno mafioso e di quello corruttivo, la mancanza di etica – proseguono - Negli ultimi mesi abbiamo espresso varie volte preoccupazione per la situazione di Manfredonia, promuovendo la mobilitazione ‘LiberiAmo Manfredonia’ e lavorando insieme alla Diocesi e a molte realtà della città per costruire percorsi di conoscenza e consapevolezza. Non dobbiamo abituarci a tutto questo”, è il monito di Libera.

Solo a novembre, 5mila persone avevano partecipato alla marcia di Libera.

“La politica deve essere capace di ascoltare il grido che proviene da questa terra: grido che proviene da chi resiste, da chi prova a realizzare piccoli percorsi di giustizia sociale, ma anche da chi è stanco di vivere in una città dove la mafia è radicata ed è capace di infiltrarsi nell’economia sana, mettendo un freno allo sviluppo, sia quello economico che quello civile – affermano dal coordinamento - Ecco allora che non possiamo più attendere; è necessario agire, facendo tesoro delle esperienze belle, positive che già ci sono, per fare quel passo in più che, oggi più che mai, è urgente e necessario. Il gruppo del costituendo presidio di Libera Manfredonia continuerà nel suo impegno: lo farà partecipando alla ‘Giornata nazionale della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie’ che si svolge ogni 21 marzo - e che quest'anno sarà a Roma -, ma soprattutto, continua e continuerà a farlo promuovendo iniziative di promozione dei valori della giustizia sociale e della libertà, nonché di monitoraggio civico del territorio, perché si realizzi il sogno di una società libera da mafie e corruzione. Al contempo, come Libera siamo convinti che servirà una sempre maggiore sinergia tra istituzioni, magistratura e società tutta per contrastare gli interessi delle organizzazioni criminali e l'indifferenza che si avverte a più livelli. Insieme possiamo farcela”.

Sull’operazione che ha coinvolto un ex assessore, due dipendenti dell’Ase, due imprenditori e funzionari pubblici si è espresso nelle ultime ore anche padre Franco Moscone, arcivescovo della diocesi Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo: “Manfredonia, coraggio, non arrenderti, rialzati”, è stato il suo accorato appello.


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