Cronaca

Novembre, il mese nero che ha spiazzato i foggiani

Dal blitz con arresti nell'ex Distretto Militare al sequestro di GrandApulia, dall'assalto al pullman della Marozzi all'omicidio Bevilacqua. Tre incidenti mortali in un solo giorno e la tragedia di via Gramsci

Trenta giorni intensi, dolorosi, spiazzanti. Questo è stato il novembre 2016, che ha più volte 'sorpreso' i cittadini di Capitanata con notizie a volte strazianti, a volte impreviste che hanno investito di volta in volta la città capoluogo e il resto della provincia. A Foggia, la Procura ha messo a segno due importanti blitz, andando a toccare due vecchi nervi scoperti della città: da una parte lo sgombero dei locali dell’ex Distretto Militare di via Fuiani, dall’altro il sequestro senza facoltà d’uso del mega-centro commerciale ‘GrandApulia’ nella zona Asi di Foggia-Incoronata a pochi giorni dal taglio del nastro

Nel primo caso, Procura e Guardia di Finanza hanno accertato come i locali dell’ex Distretto Militare fosse stato trasformato, negli anni, nella base logistica di un gruppo criminale dedito allo spaccio di sostanze stupefacenti, alla ricettazione di prodotti provenienti da furti ai negozianti del capoluogo nonché alla detenzione illegale di armi. In una sola mattinata, le fiamme gialle hanno eseguito tre diversi provvedimenti emessi dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Foggia, tra cui l’esecuzione dello sgombero forzato per 24 nuclei familiari, ovvero 76 persone, le cui utenze sono costate alle casse comunali quasi 1milione di euro.

E’ apparsa ai più decisamente controversa per tempistica e modalità di esecuzione, invece, l’operazione firmata sempre dalla Procura foggiana con la Guardia di Finanza e i Forestali che ha portato al sequestro, senza facoltà d’uso, dei locali del centro commerciale più grande del Mezzogiorno: il ‘GrandApulia’ del Gruppo Sarni che di li a poco avrebbe dato una boccata d’ossigeno all’economia di Capitanata garantendo circa 1000 nuovi posti di lavoro. Accertate irregolarità in materia ambientale ed in materia edilizia-urbanistica: nel dettaglio, sono state contestate l'omessa bonifica dell'ex sito industriale, la realizzazione di una discarica abusiva di rifiuti speciali e la realizzazione di un piano di lottizzazione abusiva a fini edificatori commerciali.

Nell’ultimo giorno di questo novembre ‘caldo’ (peraltro giorno della prevista inaugurazione del centro commerciale), investitori e aspiranti lavoratori del GrandApulia hanno fatto sentire la loro voce con una protesta portata all’attenzione dell’amministrazione comunale al grido di #salviamoillavoroafoggia. E mentre i lavoratori confidano nella concessione della facoltà d'uso della struttura entro Natale (su questo fronte sono impegnati al momento i legali del gruppo), la merce deperibile sarebbe stata ritirata dal centro commerciale. Per loro non resta altro che aspettare.

Novembre è anche il mese del sangue versato sulle strade di Capitanata: la morte di Luigia Campanaro, la 25enne di Foggia investita e uccisa insieme al suo ragazzo in via Gramsci, ha scosso un’intera città. La notte tra il 19 e il 20 novembre, la morte ha sorpreso la 25enne foggiana laureata in giurisprudenza in via Gramsci: era insieme al suo fidanzato, stava andando verso l’auto parcheggiata quando è stata falciata da un’auto guidata da un 19enne, risultato negativo all’alcoltest e accusato di omicidio stradale. Una vita spezzata nel fiore degli anni, un’altra rovinata ancor prima.

Non sono mancate altre vittime sulle strade della provincia, con un picco drammatico raggiunto il 10 novembre, una giornata da dimenticare in cui tre incidenti stradali hanno mietuto altrettante vittime in due incidenti autonomi e un violento impatto frontale registrati a distanza di poche ore l'uno dagli altri. Nel primo incidente avvenuto lungo la Strada Provinciale 78, che conduce a Borgo Mezzanone ha perso la vita un ragazzo di appena vent'anni: si tratta di Pasquale Fania, giovane bracciante agricolo di Manfredonia.

Circa tre ore dopo, un incidente del tutto analogo è avvenuto lungo la Provinciale 41 bis, la strada che collega Lesina a Serracapriola, nell'alto Tavoliere. Nulla da fare per un uomo di 58 anni, Giacomo Lombardi, di Orta Nova, che era solo a bordo della sua Ford Fusion. Aveva 40 anni, invece, la vittima dell’incidente frontale avvenuto lungo la tangenziale di Foggia, all'altezza del bivio per il Villaggio Artigiani. A perdere la vita nello schianto con un autoarticolato è stato Alessandro Rutigliano, 40enne di Troia, che viaggiava a bordo di una Alfa 156.

A sconvolgere l'alto Tavoliere, invece, è stata l'efferatezza dell'omicidio di Luigi Bevilacqua, 38enne di San Severo, ucciso da una sventagliata di colpi di pistola in strada, nei pressi della sua abitazione, in via Giuseppe De Cesare. Oltre una dozzina, i colpi che i killer avrebbero esploso nei confronti dell'uomo, con vecchi precedenti per minaccia; uno solo il proiettile che ha ucciso il 38enne, al petto. Sull'accaduto indagano i carabinieri; al momento non si esclude alcuna pista, anche se gli inquirenti sembrerebbero privilegiare l'ipotesi di un possibile movente economico o di una vendetta personale. 

Scendendo verso il basso Tavoliere la paura corre lungo le strade: dopo la lunga serie di rapine ai danni di autotrasportatori e utenti della strada lungo la Statale 16 in agro di Cerignola, ha lasciato tutti preoccupati e basiti l’episodio che ha visto protagonisti, loro malgrado, i passeggeri di un autobus ‘Marozzi’, rapinato da un commando armato che ha bloccato e assaltato il pullman partito da Taranto e diretto a Roma. Ad agire, quattro uomini incappucciati e armati di fucile che hanno seminato il panico tra i circa 60 passeggeri del bus.

Un episodio eclatante per la sfrontatezza criminale, e che ha provocato una immediata risposta da parte dei carabinieri che hanno rastrellato il quartiere ‘San Samuele’, zona periferica della città ofantina che lambisce la Statale e dalla quale partono le bande armate che seminano il panico lungo la Statale 16. I militari hanno quindi tracciato un 'cerchio rosso' attorno al quartiere ed hanno effettuando una serie di perquisizioni a tappeto nelle abitazioni di alcuni pregiudicati, prestando particolare attenzione ad alcuni complessi di edilizia popolare.

Nel corso dell’attività, i militari hanno sequestrato nel complesso un ingente quantitativo di stupefacente, armi e munizioni. Tutto il materiale era nascosto in aree comuni dei palazzi (vani ascensori, quadri elettrici, lucernari) e potenzialmente nella disponibilità di tutti i condomini. Una vera e propria ‘dotazione condominiale’ presente in molte palazzine, ognuna delle quali risultava quindi munita di una sorta di kit composto da un’arma pronta all'uso, alcune dosi di cocaina e munizioni varie.

Sorprendente la scoperta effettuata: in quella zona ogni condominio era dotato di armi, munizioni e stupefacente, veri e propri kit nascosti nelle aree comuni dei palazzi (vani ascensori, quadri elettrici, lucernari) e potenzialmente nella disponibilità di tutti i condomini. Una vera e propria ‘dotazione condominiale’ tra cui dosi di cocaina e armi sempre pronte all’uso.

Nonostante l’azione di repressione, la criminalità cerignolana non sembra essersi fatta intimorire. E dopo aver assaltato un autobus di linee ha puntato ad un treno merci in transito lungo la stazione di Cerignola Campagna, paralizzando per ore il traffico ferroviario. Un vero e proprio “assalto alla diligenza”, con tanto di auto in fiamme posizionata accanto ai binari per imporre lo stop forzato alla circolazione dei treni (cinque treni merci e sette treni passeggeri). I malviventi hanno forzato gli ultimi vagoni del convoglio, riuscendone ad aprire solo due che però sono risultati vuoti.


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