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Sant'Antonio Abate a Rodi Garganico: benedizione animali e premi in tempo di crisi

Locandina evento

Cani, gatti, cavalli e conigli ma anche pesci rossi, tartarughe, canarini e galline si preparano ad invadere il cortile della Chiesa Madre di San Nicola di Mira a Rodi Garganico in occasione dei festeggiamenti in onore di Sant'Antonio Abate che si terranno venerdì 17 gennaio. La tradizionale festa, organizzata ormai da tanti anni dal parroco don Michele Pio Cardone, nasce dopo che lo stesso parroco decise di adottare un pastore tedesco che era stato abbandonato per le vie della città.

Rex, che tanti ricordano con affetto, è morto di vecchiaia il 28 marzo scorso. Ormai a Rodi Garganico celebrare il santo protettore degli animali è una delle ricorrenze più sentite e attese dai cittadini, ma anche da quelli dei paesi limitrofi che giungono nella città con i loro animali domestici, per la tradizionale benedizione impartita dal parroco.

Questa è una festa capace di unire grandi e piccoli che, in questa giornata, si ritrovano per mettere i loro animali domestici sotto la protezione del santo dalla lunga barba bianca. Una manifestazione dalla grande attrattiva e veramente coinvolgente che in questi anni ha fatto registrare un numero sempre maggiore di presenze nella città.

Alle ore 18 viene celebrata la Santa Messa alla quale segue poi una lotteria, dove i possessori degli animali possono vincere gustosi premi per i loro piccoli e amati animali. Si è pensato di fare in questo tempo di crisi una lotteria per aiutare i proprietari degli animali perché oggi avere in casa un animale comporta un bell'impegno anche da un punto di vista economico. Sant'Antonio è invocato in Occidente come patrono dei macellai, dei contadini e degli allevatori e come protettore degli animali domestici; fu reputato essere potente taumaturgo capace di guarire malattie terribili.

Solitamente è raffigurato con accanto un maiale che reca al collo una campanella. Il 17 gennaio tradizionalmente la Chiesa benedice gli animali e le stalle ponendoli sotto la protezione del santo. La tradizione deriva dal fatto che l'ordine degli Antoniani aveva ottenuto il permesso di allevare maiali all'interno dei centri abitati, poiché il grasso di questi animali veniva usato per ungere gli ammalati colpiti dal fuoco di Sant'Antonio (sfogo pruriginoso della pelle simile alla varicella).

I maiali erano nutriti a spese della comunità e circolavano liberamente nel paese con al collo una campanella. Il 17 gennaio quindi si celebra la festa liturgica di Sant'Antonio Abate, da distinguersi da Sant'Antonio da Padova. Nell'iconografia, infatti, viene sempre rappresentato, per distinguerlo, con un maialino (Tina Guerra).
 


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