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Il grande ospite internazionale dell’estate Burhan Sönmez presenta “Istanbul, Istanbul” alla Ubik

“Gli scrittori credono nell’osservazione e nella contemplazione, mentre i governi confidano nella sorveglianza. E noi, scrittori, osserviamo tutto, inclusi i governanti quando sono impegnati a mantenerci sotto sorveglianza”. Parola di Burhan Sönmez, l’ospite internazionale di questa estate letteraria firmata Libri & Dialoghi, di scena venerdì 9 giugno, alle ore 19, in Piazza U. Giordano, all’aperto. L’autore, infatti, è il protagonista di questa “puntata” speciale di Questioni Meridionali, come sempre a cura del gruppo di lavoro di Spazio Baol insieme con lo staff della libreria Ubik, chiamato a presentare il suo ultimo libro tradotto in più di venti lingue e definito il Decamerone (sottoterra) dei dissidenti turchi, dall’emblematico titolo Istanbul, Istanbul (Nottetempo, 2016). Per anni in esilio dal suo Paese, l’intellettuale turco ha sperimentato sulla propria pelle la violenza delle forze di sicurezza: in pericolo di vita, è stato curato in Inghilterra con il sostegno della fondazione Freedom From Torture, dove ha trovato lo slancio giusto per intraprendere la sua carriera di scrittore impegnato. “Confinato a letto per molti mesi – ha raccontato più volte – ho realizzato che avrei dovuto scrivere, e ho iniziato a credere alle cose belle che possono scaturire da un brutto incidente”.

A conversare con Burhan Sönmez – che si avvarrà della traduzione del docente di lingua inglese Michele Russo – ci saranno Salvatore D’Alessio e Sergio Colavita, rispettivamente Ubik e Spazio Baol. Inoltre, nel pomeriggio di venerdì 9 giugno, lo scrittore incontrerà i detenuti della Casa Circondariale di Foggia, ospite del ciclo Lib(e)ri dentro a cura del Centro Studi Diomede e del CSV Foggia.

Istanbul, Istanbul (Nottetempo, 2016). In realtà è una storia lunga, ma sarò breve. Non si era mai vista una nevicata cosí a Istanbul. Quando, nel cuore della notte, due suore lasciarono l’Ospedale Saint George di Karaköy, sotto le grondaie era pieno di uccelli morti. Nel mese di aprile, il gelo aveva flagellato i fiori dell’albero di Giuda e il vento, tagliente come una lama, sferzava i cani randagi. Dottore, tu hai mai visto la neve ad aprile? In realtà è una storia lunga, ma sarò breve.

Una cella, quattro uomini, dieci giorni, una moltitudine di storie: un dottore, un barbiere, uno studente e un vecchio rivoluzionario sono incarcerati in una stanza angusta e gelata nei sotterranei di Istanbul. Fra gli interrogatori, le torture, il tempo sospeso e l’immobilità forzata cui sono inchiodati, scoprono l’incanto e il potere della parola come unica via di fuga possibile. I protagonisti di questo libro, come nel Decamerone, trascorrono il tempo della loro segregazione raccontandosi storie ed è così che, in una narrazione corale, svelano il filo che li lega e il motivo per cui si trovano imprigionati: nella Istanbul sopra la cella, quella che vive e brulica tra bellezza e orrore, qualcosa sta per accadere, un cambiamento, una rivoluzione… Ed è la città, con tutti i suoi contrasti, le sue contraddizioni e le infinite realtà che la compongono, la vera protagonista del libro: la Istanbul “di sopra” insieme alla Istanbul sotterranea, quella della speranza e della luce mescolata – fin dal titolo – alla sua gemella, quella dell’ombra, dell’arroganza degli uomini, della brutalità del potere.

Burhan Sönmez. È nato ad Ankara nel 1965, dov’è cresciuto parlando turco e curdo. Avvocato specializzato in diritti umani, vive tra Cambridge e Istanbul e insegna Letteratura all’Università ODTU di Ankara. Ferito durante uno scontro con la polizia turca nel 1996, è stato curato in Gran Bretagna col sostegno della Fondazione “Freedom for Torture”. Ha cominciato a scrivere nei lunghi mesi di riabilitazione e oggi i suoi romanzi sono tradotti in più di venti paesi. In Italia è uscito nel 2014 Gli innocenti, per il quale ha ricevuto il Premio Sedat Simavi.


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