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Al Carpino Folk Festival, è di scena il teatro civile e di narrazione

Il ritornello che un orecchio fine ed educato rifiuterebbe di ascoltare, ha ricevuto il tesoro di migliaia di anime, conserva il segreto di migliaia di vite di cui fu la ispirazione, la consolazione sempre pronta, la grazia e l'idea. (Marcel Proust)
Diversamente dalla musica colta, che viene di solito eseguita al chiuso, nei teatri o nelle sale da concerto, la musica popolare al festival della musica popolare di Carpino viene eseguita all’aperto, nelle strade, nelle piazze, nei cortili.

Con ELENA RUZZA (Nella foto), al pianoforte Barbara Pungitore, si assisterà ad una lettura di parole e musica. Le note del pianoforte intrecceranno in trame, le storie come in un tessuto prezioso di figure femminili, rivoluzionarie o sante che curano figli, nipoti, madri...
Le “dee della discordia” sono voci femminili di rara sensibilità e durezza. Portano al mondo una saggezza a lungo cullata tra le braccia, custodita nel buio delle case, in segreto, fingendo di non vedere o non sentire. E quando ciò che tace decide di parlare, il risultato è un tuono, o una risata, essendo la denuncia e l'ironia, in fondo, le enigmatiche facce di una stessa medaglia.
Uno spettacolo dalle muse, dee divine, al ruolo di casalinghe, assistenti sociali, sindacaliste infermiere. Sempre e comunque donne.

NAZARIO VASCIARELLI (musiche di Matteo Marolla) è un Cantastorie ed un menestrello; una chitarra e un tamburello; una tromba, mitica e odiata, e  un testamento misterioso; moderne video-proiezioni invece di un telo disegnato: pochi elementi sono necessari per far rivivere le stagioni della memoria, che si tramanda con una voce e si dipana nei percorsi di una narrazione fatta di ‘cunti ovvero di ricordi e di canzoni: canzoni popolari, canzoni d’autore, canzoni da osteria, canti di lavoro  fanno convivere Matteo Salvatore con Cristiano De Andrè, Modugno con la nuova produzione folk di cui Matteo Marolla è un giovane e capace esponente. Ogni canzone è il naturale commento ai racconti che Nazario Vasciarelli, il Cantastorie Ingannamorte, anima immergendosi totalmente ed appassionatamente nella vita di suo nonno, tale “Lazzare Presutte” (Cantastorie Ingannamorte prima di lui), che cercava di tener viva la tradizione del ‘cunto  nell’Osteria di cui era proprietario e che era diventata luogo di riunione clandestine durante il ventennio fascista.
Nelle ore passate davanti al fuoco o sotto un albero con un bicchiere di vino in mano, l’anziano cantastorie raccontava ora la tragica storia di Sacco e Vanzetti oppure quelle oscure storie di  braccianti comuni che si erano trasformati in briganti per sfuggire ad mondo ceh cambiava e li travolgeva.
L’Osteria dei Ricordi è uno spettacolo di teatro di narrazione che diverte e appassiona  ricco com’è di richiami alla tradizione degli attori girovaghi che rallegravano con dei ‘cunti  le piazze nei tempi in cui i lavoratori, spossati da una massacrante giornata passata nei campi, alleviavano la fatica e la stanchezza nell’evocazione dei fatti e fatterelli che dipingevano i personaggi più curiosi e cupi del loro vivere quotidiano.
Riportando una frase dello spettacolo: “ Lo spirito del mondo passa attraverso la Memoria…e non c’è civiltà senza memoria. Ma soprattutto non c’è memoria se qualcuno non racconta, e quello che abbiamo cercato di fare stasera, all’osteria dei ricordi, è raccontare storie!”.

LUCA MORINO è il rocker leader della storica band dei Mau Mau: con il suo progetto solista è rimasto molto sensibile alle tematiche di emigrazione e derive di vita, esperienze di sopravvivenza e bassa cultura al confine tra la metropoli e il far-west.
Luca si esibisce con un set acustico  “solo” molto energetico basato sulle nuove canzoni (ma non solo) contaminate da generi anche geograficamente molto distanti come il flamenco, i ritmi sudamericani o la musica balcanica.
Tra i nuovi titoli si distinguono Babilonia canta, Ballata per Mira, Vajassa, As dis, Campi di battaglia, S. Maria del Deserto.

Nel centro storico di Carpino per i giorni 6 e 7 agosto è stato organizzato un percorso gustativo e sensoriale con aziende agricole del territorio.
“Con il ricco programma organizzato a Carpino completiamo il progetto Piazza Gal che abbiamo messo in campo sul territorio per l’estate 2014 – ha affermato il presidente del Gal Gargano, Francesco Schiavone. - Il tentativo, riteniamo riuscito, di fare informazione sul territorio in modo innovativo e coinvolgente; dando valore alla tradizione e alla cultura delle nostre comunità ma svolgendo al tempo stesso una funzione propositiva e di coordinamento sul territorio, anche in funzione di marketing turistico per le aree interne. Eventi come quello di Carpino, che raccoglie pubblico da tutta Italia – ha concluso il presidente Schiavone – sono la testimonianza di quanto possano essere vive e interessanti le nostre antiche tradizioni contadine”.


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