Eventi

Tra atto d’accusa e manifesto, un po’ di futuro: Concita De Gregorio, “In tempo di guerra”

“Io sono nato in un tempo di guerra mascherato da tempo di pace”. Chi lo dice? Marco, lo dice. A chi, lo dice? A Concita. Alla scrittrice e giornalista, intellettuale di riferimento, ma anche madre e donna versata nelle cose del mondo. Come? Scrivendole, ponendo quesiti, raccontando. Ed è da qui che ha inizio tutto: romanzo di formazione, cronaca famigliare, manifesto politico, In tempo di guerra (Einaudi, 2019) è tutto questo ma è soprattutto un atto d'accusa contro le generazioni che ci hanno lasciato in eredità un universo saturo e ostile. Sabato 22 febbraio, alle ore 17, Concita De Gregorio presenta il suo nuovissimo libro nella Sala Rosa-Palazzetto dell’Arte “Andrea Pazienza” di Foggia (Via Galliani, 1), ospite del Centro Studi e Ricerche Diritto dell’Ambiente “Antonio Cederna” in sinergia con la libreria Ubik. Dopo la splendida serata dello scorso 19 settembre, quando è intervenuta a Questioni Meridionali, l’autrice, tra le personalità culturali più influenti in Italia, ritrova a distanza di pochi mesi il pubblico di Capitanata.

In tempo di guerra (Einaudi, 2019; pagine 176). «Ho trent'anni, sono il soldato di una guerra invisibile». A volte basta fare un passo, dire una parola, spostare appena lo sguardo per vedere il mondo, come una sorpresa, con occhi diversi. È quello che accade a un ragazzo di trent’anni quando inizia a ripensare alla propria vita: Marco è alla ricerca di una strada e si è sempre sentito estraneo a una famiglia, la sua, che riassume le contraddizioni del secolo scorso. Una famiglia in cui ognuno crede in qualcosa, sia un’idea, un partito, una chiesa. Lui, invece, si sente in lotta contro tutto: il soldato di un esercito invisibile. Ed è nel pieno di un’età cruciale, di cui nessuno parla – la guerra dei trent’anni, tempo di primi bilanci e culla di molti congedi. Qui comincia una storia dalle tante anime, piena di slanci di dolori di dubbi, e di ironia. Il racconto di un ragazzo che, cucendo insieme i pezzi del proprio passato, prova a capire chi è davvero. Marco ama la musica e i numeri. Fa tornare i suoi conti, sa ascoltare. La cosa fondamentale è stare a tempo. Anche nel dialogo con la sorella amatissima, con l’amico, con una fidanzata che come tutte le donne «gli mette ansia», coi nonni. Cerca un vero padre, scopre di non essere, come credeva, un alieno in questo mondo. Una storia che è la nostra, quella dei nostri figli che provano a darsi un futuro. Lo faranno. Nel gioco del mondo, si perde solo quando si rinuncia a giocare. Marco – le tasche piene di tutto quello che manca – va e ci porta con sé. È magnifico tirare il sasso e saltare con lui.

Concita De Gregorio. giornalista e scrittrice, firma storica de «la Repubblica» dove attualmente lavora, è stata per tre anni direttore de «l'Unità». Ha quattro figli. Nel 2001 ha pubblicato Non lavate questo sangue (Laterza). Per Mondadori sono usciti Una madre lo sa. Tutte le ombre dell'amore perfetto (2006) e Malamore. Esercizi di resistenza al dolore (2008). Nel 2010 è uscito Un paese senza tempo. Fatti e figure in vent'anni di cronache italiane (il Saggiatore). Nel 2011 ha pubblicato per Einaudi Stile libero Così è la vita (ulitma edizione Super ET, 2016), nel 2013 Io vi maledico (ultima edizione Super ET, 2017), nel 2014 Un giorno sull'isola (scritto con il figlio Lorenzo. Ultima edizione Super ET, 2017), nel 2016 Cosa pensano le ragazze (Super ET, 2017).


Si parla di