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"Ottanta rose mezz'ora": il nuovo romanzo di Cristiano Cavina alla Ubik

“Cercavo di non scriverla questa storia, avevo paura, semplicemente perché l’ho vissuta. È una storia che racconta il sacrificio di una ragazza, molto forte e molto coraggiosa”. Un libro in cui nessuno salva nessuno, nessuno vuole essere salvato, nessuno ha i mezzi per farlo: nelle parole dell’autore, i tratti distintivi di un romanzo allo stesso tempo sconvolgente e dolcissimo, con un titolo che richiama gli annunci sessuali che si trovano in rete e che comincia con una domanda netta: vi siete mai innamorati di una puttana? Domenica 31 marzo, alle ore 19, nello spazio live della Ubik di Foggia, Cristiano Cavina presenta Ottanta rose mezz’ora (Marcos y Marcos, 2019): l’eterno outsider della narrativa italiana ritrova il pubblico della libreria a distanza di diversi anni, con una storia che segna uno scarto rispetto alle precedenti: un vero e proprio salto nel vuoto per uno scrittore che ha abituato i suoi lettori ad altro ma che, per sua ammissione, non ha potuto evitare di raccontare. A presentare l’autore romagnolo, il giornalista Emiliano Moccia.

Ottanta rose mezz’ora (Marcos y Marcos, 2019; pagine 208). “Credo che sia la meraviglia, a tenerci attaccati a certi esseri umani, più di qualsiasi altro sentimento. Più della protezione, più della dolcezza, infinitamente più della bellezza. Piccoli sospiri di meraviglia, casuali e improvvise escursioni fuori dalle rotte prestabilite”. Si incontrano per caso. Due vite sospese per aria. Lui scrive, e tra libri e seminari ricava più o meno di che vivere; Sammi è una ballerina che insegna danza alle bambine. Si mandano messaggi, si cercano. Il desiderio sale dritto dalla pancia, li trascina nei vicoli bui, contro saracinesche arrugginite. Li fa vibrare come una corda sola. Lui con le sue zone oscure, la sua attrazione per i territori estremi. Sammi con il suo broncio, il passo che piega la superficie del mondo. Sammi che attira disastri, e si trova sommersa dai debiti. C’è una strada che sembra molto facile. Basta un annuncio. Aprire la porta a sconosciuti. Può assentarsi dal corpo e vendersi così, senza emozioni?

Cristiano Cavina. Nasce a Casola Valsenio nel maggio del 1974 e c’è ancora dentro fino ai capelli: Made in Casola è il marchio in calce ai suoi romanzi e alle sue mail. Si nutre di storie fin da piccolo, ascoltando i racconti dei vecchi al bar; quando poi scopre i libri, la sua strada è tracciata. Scrive di cose che conosce bene: la sua infanzia in Alla grande (premio Tondelli) e Un’ultima stagione da esordienti; l’epopea di Nonna Cristina in Nel paese di Tolintesàc; la sua storia di figlio senza padre e di padre fuori dagli schemi nei Frutti dimenticati (premio Castiglioncello, premio Vigevano, premio Serantini, Selezione premio Strega); il lavoro nell’immensa cava di gesso alle porte di Casola Valsenio in Scavare una buca; i suoi anni di scuola superiore in Inutile Tentare Imprigionare Sogni. In La pizza per autodidatti trasmette la sua esperienza di ‘pizzaiolo quando c’è’ nella Pizzeria Il Farro di Casola Valsenio: tra impasti, temperature e ricette, ci svela l’importanza del forno per un narratore come lui. Pinna Morsicata (premio Laura Orvieto sez. 6-11 anni) è il suo primo romanzo per piccoli, il secondo volume della collana Scarabocchi. Nel 2018 si aggiunge un nuovo scarabocchio, Pepi Mirino e l’invasione dei P.N.G. ostili. Ottanta rose mezz’ora è il suo ultimo, sconvolgente romanzo.


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