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Massimo Dapporto e Antonello Fassari al Verdi e al Giordano con 'Il delitto di via dell'Orsina'

Prosegue la stagione teatrale di Foggia organizzata dall’Amministrazione Comunale in collaborazione con il Teatro Pubblico Pugliese. Mercoledì 19 e Giovedì 20 gennaio Massimo Dapporto e Antonello Fassari saranno al Teatro Giordano di Foggia con “Il delitto di via dell’Orsina”: un uomo si sveglia e si ritrova uno sconosciuto nel letto, entrambi hanno una gran sete, le mani sporche e le tasche piene di carbone ma non sanno perché, non ricordano niente della notte precedente. Lentamente i due tentano di ricostruire quanto accaduto, ma l’unica cosa di cui sono certi è di essere stati entrambi ad una festa di ex allievi del liceo. Lo spettacolo andrà in scena anche martedì 18 gennaio al Teatro Verdi di San Severo, primo spettacolo del nuovo anno della stagione teatrale 2021-2022. 

SCHEDA SPETTACOLO

Teatro Franco Parenti, Fondazione Teatro della Toscana

Massimo Dapporto, Antonello Fassari    

IL DELITTO DI VIA DELL’ORSINA

(L’Affaire de la rue de Lourcine)

di Eugène Labiche
regia e adattamento Andrée Ruth Shammah
traduzione Andrée Ruth Shammah e Giorgio Melazzi
con Massimo Dapporto, Antonello Fassari, Susanna Marcomeni
e con Marco Balbi, Andrea Soffiantini, Christian Pradella, Luca Cesa-Bianchi
scene Margherita Palli
luci Camilla Piccioni – costumi Nicoletta Ceccolini
musiche Alessandro Nidi

Un uomo si sveglia e si ritrova uno sconosciuto nel letto, entrambi hanno una gran sete, le mani sporche e le tasche piene di carbone ma non sanno perché, non ricordano niente della notte precedente. Lentamente i due tentano di ricostruire quanto accaduto, ma l’unica cosa di cui sono certi è di essere stati entrambi ad una festa di ex allievi del liceo. Di quello che è accaduto quando hanno lasciato il raduno non sanno niente. Da un giornale apprendono che una giovane carbonaia è morta quella notte e tra una serie di malintesi ed equivoci si fa strada la possibilità che i due abbiano commesso quell’efferato omicidio. Una situazione paradossale, un po’ beckettiana brillantemente costruita da un gigante della drammaturgia come Eugène Marin Labiche.


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