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Un agostiniano tra i riformatori del XVI secolo. A Deliceto, si narra la storia di Felice da Corsano

Sarà presentato sabato 16 gennaio 2016, con inizio alle ore 19,00, nella chiesa Madre di Deliceto il libro di Giovanni Bosco Maria Cavalletti: “Felice da Corsano - Un raggio agostiniano tra i santi riformatori del XVI secolo”.

L’abate don Teodoro Rapano, parroco della parrocchia di Montecalvo Irpino presenterà la pubblicazione. All’evento interverranno il sindaco di Deliceto, il dott. Antonio Montanino, il presidente della Pro Loco, Benvenuto Baldassarro, l’autore Giovanni Bosco Maria Cavalletti, il sindaco di Montecalvo Irpino Mirko Ioirillo e la Comunità Mariana Oasi della Pace della Consolazione. Modererà il giornalista Michele Campanaro. Nel corso della manifestazione si esibiranno il Coro Polifonico della Chiesa Madre di Deliceto e il Gruppo Bambini della Parrocchia di Montecalvo Irpino Lo scopo precipuo della pubblicazione è quello di ottenere la canonizzazione di Felice da Corsano. Quando fu istruita la pratica, ai promotori non fu possibile dimostrare il culto centenario ante 1634, data limite imposta da papa Urbano VIII per il riconoscimento istantaneo della canonizzazione di coloro la cui beatitudine era acclarata da tempo.

Non si conosceva il dies natalis (la data della morte) del Beato Felice da Corsano (frazione di Montecalvo Irpino). Non si aveva memoria nemmeno del luogo della sepoltura. Il processo canonico avviato nel 1775 dalla diocesi di Bovino, e che conteneva quei dati, si pensava che fosse andato irrimediabilmente perduto in due disastrosi incendi dell'archivio vescovile della diocesi dauna. Qui interviene, all'attualità, la ricerca certosina del Cavalletti coadiuvato dal parroco don Teodoro. Sfogliando datati manoscritti della Biblioteca di Montevergine i due appassionati ricercatori hanno tolto il velo di incertezza sulla morte del nostro Beato (tutti, da sempre cosi chiamano Felice Polles o Pomes da Corsano). Anche il ritrovamento da parte del Padre Sciberras, Postulatore Generale dell'Ordine di Sant'Agostino, negli archivi dell'Ordine, dell'istruttoria preparata nel '700, ha tolto il velo all'incertezza. Il nostro morì, forse ad Atripalda, il 20 settembre 1526 e le ossa riposano, questa è un'altra importante scoperta ai fini della riapertura della pratica di canonizzazione, nella chiesa dei Liguorini di Avellino, che non hanno, inspiegabilmente, permesso ai due studiosi montecalvesi, di entrare nel tempio e visitarne la tomba. La presenza della Sacra Urna nella chiesa avellinese, come ricorda l’autore, non e stata mai rilevata, ne dagli studiosi, ne dai fedeli delicetani che ancora, per tutto questo tempo, erano intenti a ricercarla fra le mura del convento di Deliceto (FG).

Chi era Felice da Corsano? Un Agostiniano, riformatore delle regole del suo Ordine, portate avanti in particolare a Deliceto, Casa Madre della sua Riforma, dove viveva in una grotta e, si racconta, si nutriva di una pagnotta di pane che un corvo ogni giorno gli portava nel suo misero ricovero. In proposito Sant'Alfonso Maria de' Liguori, appassionato devoto dell'Agostiniano montecalvese, cosi tramanda: “Il Beato Felice per attendere maggiormente alla vita contemplativa fecesi cavare una grotta, e in quella si ritirava a vivere per mesi intieri e che per un buco della detta grotta fosse venuto l'Angelo del Signore e anche un corvo che giornalmente gli avesse portato una pagnotta di pane”. Proprio in questi giorni le autorità ecclesiastiche competenti stanno muovendo i primi passi per l’istruzione di un regolare processo di canonizzazione del fondatore della Consolazione di Deliceto. Evento che oltre a fare dono del Beato Felice alla Chiesa Universale, riempirà di orgoglio e soddisfazione i fedeli dei luoghi ove massimamente si concentrò la sua opera riformatrice: Deliceto, Ariano Irpino, Ascoli Satriano, Panni, Troia, Corsano, Gildone, Montecalvo Irpino, Atripalda, Montefalcione, Castelluccio Valmaggiore, Baselice, San Bartolomeo in Galdo, Campobasso, Sant’Agata di Puglia, Orsara di Puglia… .


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