Segnalazioni

Gruppi di giovani senza mascherina: esortiamoli ad indossarla altrimenti sarà difficile uscire dalla zona rossa

Gentile direttore, vorrei pubblicare questa breve esperienza.

Sabato pomeriggio 10 aprile mi sono recato con mia moglie in un supermercato. All’uscita dalla macchina, ho incrociato una decina di adolescenti tutti senza mascherina che scherzavano tra loro. A quel punto li ho esortati, con molta educazione, ad indossarla, cosa che hanno prontamente fatto, scusandosi.

All'interno del supermercato, ho richiamato una ragazza del gruppo che era di nuovo senza mascherina, che ha poi nuovamente indossato al mio richiamo. Alla cassa però ce l'aveva nuovamente abbassata.

Al mio ennesimo richiamo, con garbo, mi ha risposto che le arrecava fastidio. A quel punto l’ho invitata a venire con me, essendo un medico del Policlinico Riuniti di Foggia, nel reparto di terapia intensiva, per rendersi conto della situazione che stiamo vivendo.

La fanciulla, dalle sembianze gentili, si è scusata nuovamente, ha indossato la mascherina e ha proceduto all'acquisto di tre bottiglie di gin e due di limonata.

Tutto questo, tra l’altro, è accaduto nella completa indifferenza delle cassiere e del personale in servizio. Eppure, ritengo che all’impegno morale del richiamo, dovrebbe vigere anche un obbligo giuridico.

Una cosa è certa, vale a dire che per quei giovani si associano due fattori di rischio: il mancato utilizzo dei dispositivi di protezione individuali e l’abuso di alcol che notoriamente abbassa le difese immunitarie.

In questo modo, come vogliamo uscire dalla zona rossa?

Durante il mio ritorno a casa ho incontrato molti altri gruppi di giovani senza mascherine a cui ho ancora rivolto la raccomandazione ad indossarle.

Se ciascuno di noi, con un po’ di buon senso e gentilezza, esortasse questi giovani ad avere più cura della loro e altrui salute, forse potremo uscire più facilmente da questa situazione gravosa che stiamo vivendo.

Gianfranco Maffei


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