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Lettori | "Salviamo la Tomba della Medusa" (da un foggiano che ama la sua città)

Riprendendo i vari appelli che si sono susseguiti in questi anni, porto l'attenzione sul sito archeologico della Tomba della Medusa in zona Arpinova - nel territorio del comune di Foggia - che rappresenta un elemento importante della storia collettiva, ma può essere considerato anche come un elemento di attrazione culturale e quindi vettore di ricadute economiche.

Sulla cultura si gioca l'avvenire della nostra città e del territorio provinciale anche in termini economici e occupazionali. Valorizzare i nostri beni culturali significa realizzare l'idea di poter costruire un indotto importante che può e deve vedere il coinvolgimento anche delle amministrazioni della nostra provincia.

La Capitanata può vantare il più ampio bacino archeologico di Puglia e farsi sfuggire l'occasione di sfruttarne appieno le potenzialità sarebbe un vero peccato. "Il Comune di Foggia (diceva il sindaco uscente Mongelli ) assicurerà il massimo impegno per recuperare quelle risorse necessarie a rendere il bene fruibile, coinvolgendo direttamente la Regione Puglia.

Certo, stiamo parlando di un sito di grande estensione e lontano dal centro abitato e per questo difficile da controllare. A tal proposito dovremo ragionare sulla possibilità di affidare l'area a un soggetto gestore al fine di garantire anche un sistema di controllo efficiente per evitare azioni predatorie."

Purtroppo le parole del sindaco uscente hanno avuto come epilogo un totale abbandono e un avanzato stato di degrado, mentre, con la gestione precedente del sindaco Ciliberti, abbiamo addirittura perso un finanziamento che il Governo aveva messo a disposizione nel 2007 di 1,5 milioni di euro e definanziato per inutilizzo. Ora sarebbe opportuno lavorare per recuperare il finanziamento ingenuamente perso.

L'S.O.S. lanciato dal prof. Saverio Russo, direttore del Dipartimento di Studi Umanistici, per restituire al patrimonio culturale della città e dell'intero Paese quell'insediamento che non è soltanto il frontone di pietra, diventato un'immagine simbolo, recuperato nell'84 in maniera rocambolesca, dopo un incidente stradale nell'Avellinese. Una «drammatica vicenda» l'ha definita Russo, un vero schiaffo all'eccezionalità della scoperta che porta il nome di Marina Mazzei, l'archeologa consorte di Russo prematuramente scomparsa.

Fece il giro del mondo la scoperta di quel sito, una delle tombe ipogeiche a camera del III-II secolo a. C., con dromos a scivolo per l'ingresso dei familiari dei defunti e decorazioni pittoriche di grande valore. La struttura della copertura che doveva proteggere l'ipogeo visibile dall'A14 posta a 2 km dal casello autostradale costeggiando l'autostrada tra Foggia e San Severo, la Tomba della Medusa non ha beneficiato della valorizzazione sognata da Marina Mazzei: i lavori per rendere fruibile il sito ai visitatori sono stati fatti, anche con notevole impegno di spesa da parte di Regione e Comune, ma tutto è in abbandono, preda della vegetazione selvaggia e dei vandali che hanno attaccato recinzione, ingresso, chiosco biglietteriaAtti di folle teppismo hanno danneggiato gli affreschi, i mosaici restaurati e le colonne del vestibolo di cui una addirittura trafugata. 

Ancora nulla rispetto ai danni incalcolabili causati dai tombaroli, che hanno portato via tutto il possibile, saccheggiando letteralmente il sito con un escavatore: dalle loro mani fu sottratto nell'84 il frontone in pietra che rappresenta la testa della Medusa, il simbolo meno ricco del prezioso sito, considerando che oltre 200.000 reperti sono stati trafugati dal parco archeologico della Medusa ,un quantitativo tale da allestire uno dei più grandi Musei al Mondo.

Adesso ci chiediamo se la Regione Puglia intenda porre in essere qualche progetto per rendere fruibile e sottrarre al degrado il parco archeologico della Tomba della Medusa interrompendo l'opera dei trafugatori di reperti archeologici con investimenti e con programmi seri, qualificati e di ampio respiro, dichiarando come saranno utilizzati i fondi che saranno assegnati nel quadro dell'Accordo di Programma tra Regione Puglia e Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Un foggiano che ama la sua città


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